CHRIS IMLER
Iconico simbolo di una sottocultura metropolitana che ostenta eleganza formale e decadenza rock’n’roll, creando un personalissimo stile fatto di combinazioni audaci, sperimentazioni, anticonformismo, quasi come se il suo fisico asciutto e nervoso, i baffi sottili e lo sguardo magnetico fossero l’espressione di un preciso modello di glamour.
Chris Imler nella sua carriera musicale ha vissuto da protagonista la scena musicale underground tedesca degli ultimi tre decenni, negli anni 90′ è il batterista della band punk-garage Golden Showers che ascoltata oggi appare come il fenomeno più “selvaggio” di quel decennio, numerose sono le sue collaborazioni con Peaches, Jens Friebe, Maximilian Hecker, Oum Shatt, Puppetmastaz. Con Jorinde Voigt e Patric Catani ha ideato Lemniscate, meccanismo per l’infinito,oltre, e sempre con Catani, a fondare il duo Driver&Driver, elettroclash ironico e danzereccio.
Il progetto solista appare quindi anche come una sorta di diritto all’autodeterminazione: Nervøs è il titolo del suo primo album solista uscito nel 2014 per l’etichetta Staatsakt e prodotto da Schneider TM, un disco provocatorio fatto di arguzia e follia, una miscela di pop tedesco, garage, sintetizzatori punk e campioni electro pads.
Album Operation Schönheit-Info-english:
Chris Imler likes to play drums standing up. He‘s the dandy with the killer offbeat, or, as one major German newspaper once put it, the “Grand Seigneur of the Berlin Underground”. He has been making his mark on countless Berlin musical affairs since long before the fall of the Wall, with The Golden Showers, Peaches, Oum Shatt, Driver and Driver, Die Türen, Jens Friebe, to name but a few. He has also been perfoming across Europe as a solo artist for the past decade.
In Operation Schönheit (German for “Operation Beauty”), he has recorded his most, well, beautiful album to date. But Benedikt Frey’s warm production subverts its own beauty with a multitude of clanking and ingling synth sounds, making the work very much about the cosmetic surgery it performs on itself. It’s all in the tradition of the more experimental and electronic side of post-punk in which Imler and his unique groove are rooted. It doesn’t take insider knowledge of Berlin’s post-punk underground to realise that that Imler groove consists of rhythm that sings, vocals that dance and a look that fits.
